Moldova

Stato attuale dell’Europa sudorientale. Dopo aver appartenuto all’impero ottomano a partire dal XVI secolo, la Moldavia orientale o Bessarabia, abitata per la grande maggioranza da romeni, venne annessa dalla Russia nel 1812. Una parte di essa nel 1856 fu restituita al Principato di Moldavia, ma tornò alla Russia nel 1878. Nel 1917 il movimento nazionalista fondò la Repubblica Democratica Moldava, che poco dopo si unì alla Romania. La repubblica non ottenne il riconoscimento della Russia sovietica, che diede vita nel versante orientale del fiume Dnestr a una Repubblica sovietica autonoma, prevalentemente abitata da ucraini. Nel 1940, per effetto degli accordi con la Germania nazista, la Bessarabia passò all’URSS e, unita ai territori della repubblica autonoma, formò la Repubblica Socialista Sovietica di Moldova. Durante la seconda guerra mondiale la repubblica venne dissolta, per essere reintegrata nel 1944 in seguito alla riconquista sovietica, che diede avvio a un intenso processo di russificazione. Nel 1989 la lingua romena tornò a essere la lingua ufficiale. Nel 1991 la Moldova proclamò la propria indipendenza dall’URSS in dissoluzione, aderendo poi alla Comunità degli Stati Indipendenti (CIS). Nel paese si svilupparono tendenze favorevoli all’unificazione con la Romania, che spinsero per reazione la minoranza russa e quella ucraina della Transnistria e Gagauzia a proclamare la propria indipendenza. Nel 1994, all’indomani della vittoria elettorale del Partito democratico agrario, la popolazione moldava si espresse a larga maggioranza in favore del mantenimento dell’indipendenza e una nuova costituzione garantì alla Transnistria e alla Gagauzia uno statuto autonomo. Le relazioni tra Moldova e Transnistria, degenerate già nel 1992 in scontro aperto tra l’esercito russo, quello moldavo e le forze separatiste, restarono molto tese anche negli anni successivi, nonostante i ripetuti negoziati. Nelle elezioni parlamentari del 1998 tornò al potere il Partito comunista, ottenendo la maggioranza assoluta anche in quelle del 2001 e del 2005. Nonostante l’introduzione dell’economia di mercato, la Moldova restò uno degli Stati più poveri dell’Europa. Nelle elezioni parlamentari dell’aprile 2009 il Partito comunista ottenne ancora una volta la maggioranza e candidò il primo ministro Zinaida Greceanii alla presidenza della repubblica. In seguito alla mancata elezione di quest’ultima per via del boicottaggio delle opposizioni, il governo sciolse il parlamento e indisse nuove elezioni, che, svoltesi nel luglio dello stesso anno, furono vinte da una coalizione centrista, guidata da Vlad Filat e fortemente favorevole all’integrazione della Moldova nell’Unione europea. Nel 2010 la presidenza della repubblica fu assunta ad interim da Marian Lupu cui seguì, nel 2012, Nicolae Timofti, che indicò nell’integrazione europea l’obiettivo prioritario del paese.