Malta

Stato attuale dell’Europa meridionale. Abitata sin dal paleolitico, come testimoniano vari monumenti megalitici, divenne dal IX secolo a.C. colonia fenicia. Fu poi conquistata dai greci nell’VIII secolo a.C., dai cartaginesi nel VI secolo a.C. e nel 218 a.C. dai romani. Nel 58 d.C. vi approdarono San Luca e San Paolo, che vi fondarono una comunità cristiana. Dopo il passaggio dei goti e dei vandali, Malta divenne parte dell’impero bizantino nel 395. Presa dagli arabi nell’870, rimase sotto il loro dominio per più di due secoli, sino alla conquista dei normanni, che avevano stabilito la propria sede in Sicilia. Dopo la dominazione angioina e aragonese, Malta acquisì nel 1283 il diritto di costituirsi in comune. Nel 1530 il paese raggiunse l’indipendenza grazie alla donazione di Carlo V ai Cavalieri di San Giovanni (cavalieri gerosolimitani), che da allora assunsero il titolo di Cavalieri di Malta. Guidati da un Gran Maestro, essi suddivisero l’arcipelago in otto stati (detti “lingue”) ognuno con a capo un balì: il primo Gran Maestro, Philippe de Villiers de l’Isle Adam, e il secondo, Jean Parisot de La Valette, riuscirono a respingere gli attacchi turchi garantendo l’indipendenza di Malta, che durò sino alla conquista napoleonica del 1798. Il commodoro Ball, a capo della flotta portoghese inviata dal re di Napoli, pose l’assedio all’isola riuscendo il 4 settembre 1800 a liberarla grazie anche all’aiuto della flotta inglese. Nel 1814 gli inglesi trasformarono Malta in colonia, punto nodale nella loro strategia navale nel Mediterraneo. Da allora crebbero progressivamente le aspirazioni degli abitanti all’indipendenza. Un primo risultato in questo senso fu raggiunto con la concessione dell’autogoverno nel 1921 (sospeso nel 1930); il passo successivo fu il definitivo riconoscimento dell’autogoverno nella costituzione del 1947. Malta poté così incamminarsi verso la totale indipendenza, che ottenne nel 1964 all’interno del Commonwealth britannico. Nel 1971 si affermò la leadership del laburista Dom Mintoff. Attraverso una politica rigidamente neutralista egli cercò di attenuare gli effetti della presenza britannica nell’isola: proclamò la repubblica nel 1974 – con cui veniva meno l’unione dinastica con la corona inglese – e nel 1979 decretò la definitiva chiusura delle basi militari inglesi. Le scelte di accentuata laicizzazione attuate da Dom Mintoff determinarono un crescente malcontento popolare sino alla caduta del leader laburista nel 1984, sostituito da C.M. Bonnici. Le elezioni del 1987 segnarono la vittoria dei nazionalisti guidati da E. Fenech Adami, che nel 1990 avanzarono la richiesta di aderire alla Comunità europea. I nazionalisti persero le elezioni nel 1997, lasciando il potere al Partito laburista, ma tornarono al governo con Adami nel 1998, riconfermandosi, sotto la guida di Lawrence Gonzi, come maggior partito anche nelle elezioni del 2003 e del 2008. Nel 2004 Malta entrò a far parte dell’Unione Europea e nel 2008 adottò l’euro.
Nel 2011, all’indomani di un referendum popolare, è stata introdotta nella legislazione maltese il diritto al divorzio. Nel 2013, sotto la guida di Joseph Muscat, il partito laburista ha conseguito un grande successo elettorale, che lo riportò alla guida del paese.