Malawi

Stato attuale dell’Africa meridionale.

  1. Le origini
  2. Il Malawi indipendente
1. Le origini

Abitato da popolazioni bantu che nel XVIII secolo ebbero rapporti con il regno dei rotse (Zambia), nel XIX fu sfruttato dai portoghesi per la tratta degli schiavi e il commercio dell’avorio. Nel 1891 divenne protettorato britannico con il nome di Nyassaland e fu inquadrato all’interno dell’Africa centrale britannica, insieme alla Rhodesia del Nord e a quella del Sud (gli attuali Zambia e Zimbabwe). Nonostante un’aperta rivolta contro il governo inglese scoppiata nel 1915, solo con la formazione del Congresso africano del Nyassaland (NAC) nel 1944 ebbe inizio la lotta per l’indipendenza. Fra il 1953 e il 1964 il paese fece parte della federazione (istituita dagli inglesi) con la Rhodesia del Nord e la Rhodesia del Sud. Nel 1963 fu costituito un governo autonomo guidato da Hastings Kamuzu Banda (dal 1958 presidente del NAC) e nel luglio 1964 il paese ottenne l’indipendenza con il nome di Malawi.

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2. Il Malawi indipendente

Due anni più tardi si diede una costituzione repubblicana. Seguendo un cammino analogo a molti altri stati politicamente gravitanti intorno al Sudafrica, il Malawi conobbe dal 1971 – quando Banda si fece nominare presidente a vita – un processo di profonda involuzione autoritaria. Si formò un regime a partito unico, il Partito del congresso del Malawi (MCP) guidato da Banda, che eliminò progressivamente le opposizioni avocando a sé, a partire dal 1986, tutti i poteri. In campo internazionale il Malawi perseguì una politica di buon vicinato con il Mozambico, per garantirsi attraverso esso uno sbocco al mare, e con il Sudafrica, che si servì del paese per impiantarvi industrie per evitare le sanzioni internazionali contro il regime di apartheid.


Dall’inizio degli anni Ottanta migliorarono anche i rapporti con Tanzania e Zambia. Nel 1993 in seguito a un referendum fu introdotto il multipartitismo, dopo un’ondata di agitazioni violentemente represse. Le elezioni del 1994 posero fine al potere di Banda, con la vittoria del Fronte democratico unito (UDF) e l’elezione a presidente di Bakili Muluzi, che fu riconfermato, in un clima di crescenti contestazioni e violenze, anche nel 1999. In occasione delle elezioni presidenziali del 2004, che registrarono ancora l’affermazione dell’UDF, fu eletto Bingu wa Mutharika, il quale intraprese un’intensa campagna contro la corruzione dilagante nel paese. Nel 2005 Mutharika uscì dall’UDF e fondò il Partito democratico progressista (DPP) e, nonostante le forti tensioni con Muluzi, riuscì a imporsi anche nelle elezioni presidenziali del 2009.


Il crescente autoritarismo di Mutharika compromise tuttavia gli ampi consensi da lui goduti sino ad allora. Le tensioni sociali, già sfociate in violenza nel 2011, si aggravarono quindi nei primi mesi dell’anno successivo in coincidenza con la notizia delle sue gravi condizioni di salute.
Dopo la morte di Mutharika, avvenuta nell’aprile 2012, si aprì una fase di grave instabilità politica, cui fu posto fine con l’assunzione del potere da parte di Joyce Banda, che divenne così la prima donna a rivestire la carica di presidente.

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