Guinea

Stato attuale dell’Africa occidentale.

  1. Le origini: dal regno dei Peul alla colonizzazione
  2. La Guinea indipendente
1. Le origini: dal regno dei Peul alla colonizzazione

In epoca precoloniale i peul (o fulbe) costituirono, nella regione del Fouta Djalon, un regno islamico a carattere teocratico, sottomettendo nel XVIII secolo le popolazioni mandé precedentemente stanziate nella zona. L’area settentrionale del paese seguì invece le vicende del regno del Mali. La presenza francese si impose gradualmente a partire dalla metà del XIX secolo e, attraverso una serie di accordi di protettorato con i sovrani fulbe e di riaggiustamenti nella struttura amministrativa, portò nel 1893 alla costituzione della colonia della Guinea (che nel 1895 fu inglobata nell’Africa occidentale francese).

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2. La Guinea indipendente

Nel dopoguerra divenne territorio francese d’oltremare, ma già con il referendum del 28 settembre 1958 il paese si pronunciò a favore dell’immediata indipendenza (prima colonia francese a conseguirla), al di fuori della Comunità francese voluta dal generale de Gaulle. Il 2 ottobre dello stesso anno Sékou Touré, leader del Partito democratico della Guinea (PDG), proclamò la repubblica di Guinea, della quale divenne presidente e capo del governo. Di fronte alla immediata sospensione di ogni aiuto economico da parte della Francia Sékou Touré si orientò sempre più verso l’URSS e i paesi socialisti, e nel 1961 raggiunse l’accordo per costituire con il Ghana e il Mali l’Unione degli stati africani (che rimase però puramente teorica). Negli anni Sessanta il regime attuò una dura repressione dell’opposizione interna ed entrò in tensione con gli stati vicini più moderati e filoccidentali quali il Senegal e la Costa d’Avorio. Nel decennio successivo si registrò invece una parziale revisione della politica estera, con la normalizzazione dei rapporti con la Francia e i principali paesi dell’area francofona. All’interno, tuttavia, la situazione economica del paese si aggravò drammaticamente e non si attenuò il carattere repressivo del regime. Nel gennaio 1979 fu proclamata la repubblica popolare rivoluzionaria, che non sopravvisse alla morte di Sékou Touré, avvenuta nel marzo 1984. Il 3 aprile dello stesso anno un colpo di stato, realizzato dal Comitato militare di risanamento nazionale (CMRN), portò al potere il colonnello Lansana Conté. Il fallimento di un ulteriore colpo di stato organizzato, nel luglio 1985, dall’ex primo ministro Diara Traoré, provocò una dura repressione. Dal dicembre 1985, tuttavia, si mise in moto un processo di relativa democratizzazione attraverso la riduzione del potere dei militari nel governo e l’introduzione di un’economia di mercato con il coinvolgimento di società minerarie straniere per lo sfruttamento della bauxite, principale risorsa di un’economia arretrata ma ricca di potenzialità. Una nuova costituzione (approvata mediante referendum nel dicembre 1990) avviò la transizione verso il governo civile: si ebbe allora la creazione di un comitato militare transitorio (1991) cui fu affidato l’incarico di normalizzare la situazione politica. Le elezioni presidenziali del 1993, vinte da Conté, e quelle legislative del 1995, vinte dal suo partito, il Partito dell’unità e del progresso, furono aspramente contestate dalle opposizioni con accuse di brogli. In un clima di violenta contrapposizione, segnato da scontri e uccisioni, le elezioni del 1998 confermarono ancora una volta Conté al potere. Nel 2001, grazie a un referendum con cui fu emendata la costituzione, Conté assunse di fatto un potere illimitato. Nel 2007, in seguito alla crescente opposizione nei confronti del suo regime e allo scoppio di nuove violenze, fu dichiarato lo stato di emergenza. Dopo la morte di Conté nel 2008, un colpo di stato militare dissolse il governo e istituì un consiglio nazionale, guidato da Moussa Dadis Camara. Dopo il ferimento di quest’ultimo nel corso di un attentato, nel 2010 la presidenza passò al generale Sékouba Konaté, affiancato da un esponente dell’opposizione, Jean-Marie Doré, cui fu affidato, in quanto primo ministro, l’incarico di formare un nuovo governo ad interim e indire nuove elezioni presidenziali.
Nel novembre 2010 divenne presidente il leader dell’opposizione, Alpha Condé, a sua volta oggetto di un fallito attentato nel luglio dell’anno successivo.

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