Giamaica

Stato attuale dell’America centrale. Terza per estensione delle Grandi Antille, l’isola di Giamaica, al momento della scoperta di Cristoforo Colombo (maggio 1494), era abitata dagli aruachi, emigrati dal continente probabilmente attorno al 900 d.C. La colonizzazione spagnola, iniziata nel 1509, portò nel giro di pochi decenni allo sterminio dei nativi, annientati dallo sfruttamento e dalle malattie, i quali vennero sostituiti da schiavi neri importati dall’Africa. Nel 1655 l’isola fu conquistata dagli inglesi che ne ottennero formalmente la sovranità con il trattato di Madrid del 1670. Essa servì dapprima come base per i pirati inglesi; successivamente divenne uno dei più importanti mercati di schiavi del mondo. A partire dal XVIII secolo una fiorente economia di piantagione a manodopera servile fece di Giamaica una colonia assai prospera. Con l’abolizione del commercio degli schiavi (1807) e la loro emancipazione (1838) iniziò il declino dell’isola. Nel 1865 scoppiò tra la popolazione nera una sanguinosa rivolta, che venne duramente repressa ma produsse importanti mutamenti nel governo dell’isola, che fu trasformata nel 1866 in colonia della Corona britannica. A partire da questi anni ebbe inizio la commercializzazione della banana a opera di A.W. Baker, fondatore di quella che sarebbe divenuta la United Fruit Company. Nel 1938 si ebbe una nuova sollevazione popolare. Una costituzione varata nel 1944 concesse all’isola un’ampia autonomia. Nel 1958 la Giamaica entrò nella Federazione delle Indie occidentali e nel 1962, con lo scioglimento di quest’ultima, divenne uno stato indipendente membro del Commonwealth britannico. Il nuovo stato si trovò ad affrontare gravi difficoltà economiche in un clima crescente di violenza e di esasperazione della popolazione. Nel 1976 le tensioni arrivarono a un punto tale che fu proclamato lo stato di emergenza nazionale. La campagna elettorale di quell’anno fu caratterizzata dalle accuse reciproche del partito al governo (Partito nazionale del popolo) e di quello all’opposizione (Partito laburista della Giamaica) di voler destabilizzare il paese, il primo in vista di un’alleanza con Cuba e i movimenti rivoluzionari del Centro America; il secondo nell’interesse della CIA e delle multinazionali americane. Il PNP di Michael Manley vinse con una schiacciante maggioranza e avviò un programma di nazionalizzazione delle compagnie straniere di bauxite, una delle principali risorse del paese. Le elezioni del parlamento del 1980, che seguirono a un’altra fase di gravi disordini, segnarono invece la vittoria del JLP e la nomina a capo del governo di Edward Seaga, leader del partito, il quale inaugurò una politica di distensione con gli Stati Uniti. Seaga, riconfermato nel 1983, dovette affrontare una delle peggiori crisi economiche della storia del paese. Le misure di austerità varate dal governo per sanare il bilancio dello stato suscitarono nel 1986 un’ondata di proteste che venne duramente repressa. Nel 1988 un uragano di inaudita forza arrecò tali danni che il governo dovette ancora una volta proclamare lo stato di emergenza. Di questa situazione approfittò il PNP, il quale si assicurò la maggioranza dei seggi nelle elezioni generali del 1989 e nelle amministrative del 1990. Dopo le elezioni del 1989 la guida del governo fu affidata a Manley, che si attenne alle linee di fondo del predecessore. Il PNP restò al potere anche dopo le elezioni del 1992 e del 1997 con un governo retto da Percival James Patterson, che contribuì a rilanciare l’economia del paese mediante severe misure d’austerità. Il PNP vinse anche le successive elezioni del 1997 e del 2002. Fu invece sconfitto in quelle del 2007 dal JLP guidato da Bruce Golding.
Dovendo far fronte agli effetti della crisi finanziaria globale iniziata nel 2008, il governo presieduto da Golding privatizzò alcuni comparti pubblici nel tentativo di attrarre investimenti esteri. A causa di una vasta operazione antidroga che causò numerose vittime, nel maggio 2010 Golding fu costretto alle dimissioni e fu sostituito da Andrew Holness. Nelle elezioni politiche del dicembre 2011 si affermò il PNP guidato Portia Simpson Miller.
Nonostante il recente sviluppo economico, favorito in particolare dalla crescita del settore turistico, nei primi anni Duemila, la situazione interna del paese restò critica a causa della criminalità legata al racket delle estorsioni e al commercio internazionale di droga.