Azerbaigian

Stato attuale dell’Asia sudoccidentale. Nota ai romani con il nome di Albania, la regione dell’odierno Azerbaigian venne conquistata nel IV secolo d.C. dai persiani, quindi venne occupata dai mongoli e nel XIV secolo suddivisa in diversi principati. Nel 1829 fu assorbita completamente nell’impero zarista. Scoppiata la rivoluzione in Russia nel 1917 l’Azerbaigian cercò di resistere alla sovietizzazione, ma nel 1920 fu inglobato nella Russia bolscevica. Nel 1988, alla vigilia della dissoluzione dell’URSS, fu teatro di violenti conflitti etnici tra la maggioranza costituita dagli azeri, di lingua turca e musulmani sciiti, e le minoranze composte dai russi e dagli armeni della provincia autonoma del Nagorno-Karabah. Questi ultimi, desiderosi di unirsi con l’Armenia, diedero inizio a una sanguinosa guerriglia, che si allargò in una vera e propria guerra che coinvolse anche l’Armenia. Nel 1991 l’Azerbaigian proclamò la propria indipendenza, divenendo poi membro della Comunità degli Stati Indipendenti. Le violenze proseguirono fino al 1994 quando il Nagorno-Karabah si organizzò come regione indipendente. Dopo una fase di intensa instabilità, nel 1993 gli ex comunisti ripresero il potere con il governo di Heydar Aliyev, il quale – confermato dalle elezioni del 1998, boicottate dai partiti di opposizione per il clima di irregolarità – strinse accordi con gli USA al fine di sfruttare le grandi riserve petrolifere del paese, ma non fu in grado né di riportare l’ordine nel paese, né di allentare le tensioni etniche. Nel 2003 il presidente Aliyev fu sostituito dal figlio Ilham, nonostante le violente proteste delle opposizioni. Nel 2008 fu firmato un accordo col presidente armeno Serzh Sakisyan in vista di una soluzione pacifica del conflitto con il Nagorno-Karabah. Dopo la sua rielezione nel 2008, Ilham Aliyev fece approvare una serie di emendamenti costituzionali che rafforzarono significativamente i poteri presidenziali.