Zimbabwe

Stato attuale dell’Africa meridionale. Dal 1911 al 1979 denominato “Rhodesia del Sud”.

  1. L’età precoloniale
  2. Dalla colonizzazione inglese alla fine della repubblica di Rhodesia
  3. Lo Zimbabwe indipendente
1. L’età precoloniale

In epoca precoloniale si sviluppò nel paese la civiltà degli shona, popolazioni bantu dedite all’agricoltura che, probabilmente già intorno al IV secolo d.C., si insediarono sull’altopiano rhodesiano fondendosi poi con gruppi autoctoni affini ai boscimani. Intorno all’XI secolo si produsse una seconda migrazione di popoli bastia dei Changamire, e quello del cosiddetto “piccolo Monomotapa”, che fu sconfitto dal primo nel 1693. Fino alla sua distruzione nel 1830 a opera dei matabele – che introdussero una società strutturata secondo il modello zulu – il regno dei lozi fu comunque assai prospero e poté mantenersi relativamente autonomo rispetto alle ingerenze europee nell’Africa meridionale.

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2. Dalla colonizzazione inglese alla fine della repubblica di Rhodesia

Alla fine del XIX secolo l’azione della British South Africa Company di Cecil Rhodes – che nel 1888 ottenne i diritti di sfruttamento delle miniere dai MaTabele – costituì la premessa della penetrazione di numerosi coloni bianchi, che nel 1890 fondarono Salisbury. I matabele e gli shona insorsero allora contro la politica di espropriazione messa in atto dagli europei ma, sconfitti dopo lunga resistenza, furono relegati in riserve. Nel 1911 la regione, chiamata Rhodesia in onore di Cecil Rhodes, venne suddivisa amministrativamente in Rhodesia del Nord (atsolata sul piano internazionale. Nel 1976 ZAPU e ZANU diedero vita a un Fronte patriottico (PF) per abbattere la sempre più intransigente difesa dei propri privilegi da parte della minoranza bianca (e da allora si denominarono rispettivamente PF-ZAPU e ZANU-PF).

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3. Lo Zimbabwe indipendente

Costretto a venire a patti, Smith siglò allora nel marzo 1978 un accordo con il vescovo Abel Muzorewa, leader nero moderato, per l’organizzazione di elezioni congiunte di rappresentanti della comunità bianca e di quella nera. Le consultazioni, tenutesi nell’aprile 1979, diedero la maggioranza a Muzorewa che formò un governo di coalizione con il Fronte rhodesiano di Ian Smith. Il governo fu tuttavia fortemente contestato dalle organizzazioni nere ancora clandestine, e solo grazie al diretto intervento britannico si giunse agli accordi del dicembre 1979 che coinvolsero i leader dei principali movimenti neri – Joshua Nkomo capo della PF-ZAPU e Robert Mugabe della ZANU-PF – e portarono alla pacificazione interna. Alle libere elezioni del febbraio 1980 la ZANU-PF ottenne la maggioranza e il suolta l’affermazione di Mugabe.


Negli anni Ottanta, solo in seguito alle condanne della comunità internazionale e alla rinnovata mediazione di Mbeki, si giunse a un fragile accordo, fondato sulla condivisione del potere tra le due principali forze politiche del paese. Nonostante l’aggravamento della crisi economica e politica, le elezioni del 2008 registrarono ancora una volta l’affermazione di Mugabe. Solo in seguito alle pressioni della comunità internazionale e alla rinnovata mediazione di Mbeki, si giunse a un fragile accordo, fondato sulla condivisione del potere tra le due principali forze politiche del paese. Sulla base di tale compromesso Mugabe rimase alla presidenza dello stato, mentre il suo rivale Tsvangirai ricoprì la carica di primo ministro.
Nonostante il perdurare dei dissensi in seno ai vertici dello Stato, nel 2009 il parlamento approvò un emendamento costituzionale che modificò a fondo la struttura dell’esecutivo e nel 2013 fu ratificata a larga maggioranza una nuova costituzione.

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