Ghana

Stato attuale dell’Africa occidentale. Sorto dall’unione delle ex colonie inglesi della Costa d’Oro e del Togo britannico, dal 1957 ha assunto il nome di Ghana, dall’antico impero sorto tuttavia più a nord, nel Mali. Intorno al XIV secolo l’interno del paese era abitato da popolazioni autoctone alle quali si erano sovrapposti gruppi di mossi, che costituirono i regni di Dagomba, Momprussi e Namumba. A partire dal XVI secolo nella zona della preforesta e della savana si costituirono i regni di Bono-Manso, di Banda e soprattutto di Gongia. Quest’ultimo, fondato da gruppi di mandé, raggiunse una notevole ampiezza territoriale e si diede una struttura politico-amministrativa piuttosto stabile, fino a quando, nel corso del XVIII secolo, fu conquistato dagli ashanti. L’estrazione e il commercio dell’oro furono la base della ricchezza di queste regioni, ma il controllo delle zone aurifere e delle vie commerciali fu anche causa di lotte tribali che fornirono il pretesto per un deciso intervento europeo. Nella foresta e lungo la costa il popolamento e la formazione di organizzazioni statali incominciò più tardi, a partire dal XVII secolo, per effetto delle migrazioni seguite alla caduta dell’impero songhai e delle prospettive offerte dalle relazioni commerciali con gli europei. Nella foresta si formarono quindi i regni del gruppo linguistico akan, il più importante dei quali fu il regno degli ashanti, che con il sovrano Osei Tutu († 1712) intrapresero una politica espansionistica e si diedero una struttura di tipo federale. Nella regione costiera si imposero invece i fanti, un gruppo affine agli ashanti e anch’esso organizzato in una serie di stati confederati. Nel frattempo gli europei, a partire dalla fine del XV secolo, avevano raggiunto le coste del paese: i primi erano stati nel 1471 i portoghesi (che avevano attribuito a questa parte della costa guineana il nome di Costa d’Oro per i suoi notevoli giacimenti auriferi), seguiti dagli olandesi, dai danesi, dai tedeschi e soprattutto dagli inglesi, che nel corso del XVII secolo si sostituirono ai portoghesi nel monopolio del commercio dell’oro e soprattutto nella tratta degli schiavi (abolita nel 1807). Fra la fine del XVII e gli inizi del XIX secolo la penetrazione coloniale nella regione fu attuata da compagnie mercantili inglesi; dal 1848 la Costa d’Oro – che nel 1844 era stata unita alla Sierra Leone – fu amministrata direttamente dal governo inglese. Nel 1874 divenne colonia britannica e nel 1901 dopo lunghi combattimenti anche il territorio della confederazione degli ashanti venne sottoposto all’autorità inglese. Già dal 1902 gran parte del territorio corrispondente all’attuale Ghana era divenuto quindi colonia britannica, cui si aggiunse nel 1922 l’area dell’ex Togo tedesco affidato al mandato inglese dalla Società delle Nazioni. Durante il periodo coloniale il paese fu valorizzato nelle sue potenzialità agricole (divenne il primo produttore mondiale di cacao) e un certo sviluppo delle infrastrutture permise la formazione di una classe africana colta che avrebbe presto dato vita a un forte movimento nazionalistico. Nonostante la costituzione del 1948 accordasse agli africani larghe forme di rappresentanza, il raggiungimento della piena indipendenza divenne subito l’obiettivo fondamentale del movimento nazionalistico, alla guida del quale si impose la figura di Kwame N’krumah, fondatore nel 1949 del Partito della convenzione del popolo (PPC). Le vittorie elettorali del PCC nel 1951 e nel 1956 e le trattative condotte da N’krumah con il governatore inglese portarono il paese, tra i primi dell’Africa nera, alla piena indipendenza il 6 marzo 1957. Il 1° luglio 1960, a seguito dell’approvazione di una nuova costituzione, fu proclamata la repubblica del Ghana in seno al Commonwealth britannico e N’krumah fu eletto presidente. In un primo tempo il nuovo stato si caratterizzò in campo internazionale per una politica di non allineamento e per la ricerca, condotta da N’krumah, dell’unità africana (panafricanismo), ma dal 1961 l’avvicinamento alla Guinea e al Mali per formare l’Unione degli stati africani (che rimase peraltro sulla carta) fu il primo passo verso una nuova strategia di alleanze che portò il Ghana nella sfera di influenza dei paesi socialisti. La radicalizzazione della politica interna (culminata nel 1964 con l’instaurazione di un regime a partito unico) e l’acutizzarsi della repressione crearono tuttavia le condizioni per il rovesciamento di N’krumah, al quale seguì un lungo periodo di grave instabilità e di dominio dell’esercito mentre la situazione economica si aggravava e salivano le tensioni sociali. Dopo il colpo di stato del 1966 guidato dal generale J.A. Ankrah, nel 1969 il potere fu restituito brevemente ai civili e fu reintrodotto, sebbene con molte limitazioni, il principio del multipartitismo. Le elezioni del 21 agosto 1969 furono vinte dal Partito del congresso il cui leader, Kofi Busia, divenne primo ministro. Nuovi colpi di stato si ebbero nel 1972 e nel 1978 finché il golpe del 1979 portò al potere il capitano J. Rawlings: questi, dopo una breve parentesi di governo affidato a civili, nel dicembre 1981 riprese stabilmente il potere instaurando una ferrea dittatura. La politica di austerità introdotta per far fronte alla grave crisi economica e le misure repressive suscitarono una forte opposizione, espressa soprattutto nelle proteste operaie e studentesche del 1986-87 e in vari complotti orditi ai danni del governo. Per fronteggiare il crescente dissenso e forte del miglioramento della situazione economica registratosi alla fine degli anni Ottanta (anche grazie agli aiuti internazionali), nel 1989 Rawlings assunse il controllo diretto delle forze armate. Nel 1992 fu approvata una nuova costituzione. Alla guida del suo nuovo partito, il Congresso nazionale democratico (NDC), Rawlings vinse le elezioni nel 1992 e nel 1996. Nonostante il progresso economico, la situazione politica del paese restò segnata dalle lotte tra le diverse etnie. Le elezioni del 2000 costituirono una svolta nel quadro politico, perché alle presidenziali si affermò John Agyekum Kufuor, candidato del Nuovo partito patriottico (NPP), il quale, dopo aver conquistato anche la maggioranza relativa in parlamento, formò il primo governo eletto democraticamente dal 1957. Kufuor fu rieletto per un secondo mandato anche nel 2004. Le elezioni presidenziali del 2008 registrarono invece il ritorno al potere di un candidato dell’NDC, John Evans Atta Mills.
Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 2012, John Dramani Mahama divenne il nuovo presidente.