Le fasi della reconquista cristiana

Spagna La reconquista e l’epica del “Cid Campeador”

Il concetto di reconquista implica due (o meglio tre) fasi distinte nella storia iberica. Il disegno di riprendere ai musulmani i territori perduti fu concepito subito dopo la sconfitta cristiana e l’instaurazione dell’emirato omayyade. Gli staterelli del nord-ovest – dal regno delle Asturie (che a partire dal 924 assunse il nome della sua capitale, León) alla Navarra e, più tardi, alle originariamente franche Aragona e Barcellona – talora separatamente, talvolta unendo gli sforzi, condussero una lotta incessante, ma non coordinata né unitaria, contro i dominatori arabi fino all’anno Mille. Tuttavia, il periodo in cui storicamente si situò l’avvio effettivo della reconquista coincise da una parte con la decadenza e la disgregazione interna del califfato, dall’altra con la crescita nel mondo medievale cattolico di una coscienza identitaria più forte, a sua volta espressione dell’opera di rinascita condotta dagli ordini monastici, e con l’ascesa e il riconoscimento del potere supremo della chiesa e del papato nella sfera spirituale e in quella temporale. Questi sviluppi – emblematizzati nell’elevazione della penisola iberica a terra di crociata da parte della chiesa e nell’introduzione degli ordini cavallereschi che combatterono a fianco degli ispanici contro i mori – diedero alla reconquista la spinta decisiva, dai primi decenni dell’XI secolo fino alla battaglia di Las Navas de Tolosa (1212) contro il regno berbero della dinastia degli Almohadi (subentrata con la forza agli Almoravidi alla metà del XII secolo). Pochi anni dopo questa data la reconquista poté considerarsi sostanzialmente conclusa e ai musulmani non restò che arroccarsi nel minuscolo emirato di Granada, che resistette fino al 1492, dando vita a una rinnovata fioritura di civiltà artistica rispecchiata nell’Alhambra. Il processo di riconquista si giovò anche del rafforzamento interno – sociale e politico – dei principali regni cristiani della penisola. Nella seconda metà dell’XI secolo andò gradatamente affermandosi la tendenza all’unificazione dinastica intorno ai due maggiori poli cristiani: a occidente il regno di León si fuse con la Castiglia già sotto Alfonso VI il Valoroso (1042 circa – 1109), mentre a oriente Navarra, Aragona e Catalogna oscillarono più volte tra unità e divisione, riuscendo però nel complesso a mantenere un fronte unito contro il nemico musulmano. Il simbolo della lotta di reconquista fu nella seconda metà dell’XI secolo il Cid Campeador, soprannome onorifico (“il signore guerriero”) dato dagli arabi a Rodrigo Díaz de Bivar (1043-1099), capitano ed eroe castigliano le cui gesta furono cantate nei primi documenti della lingua romanza castigliana come il Cantare del Cid (1140 circa). Attraverso un intricato viluppo di alleanze e tradimenti coi vari principi cristiani e con alcuni degli stessi signorotti musulmani, il Cid giocò un ruolo centrale nella caduta di Toledo (1085) e nella presa di Valencia, della quale divenne il signore (1094). Alla tendenziale alleanza politico-militare in funzione antislamica dei re cristiani si sommò una rinascita della vita economica e civile dei loro regni. Le tradizionali e antiquate attività agricolo-pastorizie dei montanari del León, della Castiglia o della Navarra furono rivivificate per mezzo del ripopolamento delle campagne e della ripresa dei mestieri artigiani e commerciali urbani, particolarmente visibile quest’ultima in Aragona e nella marinara Catalogna. L’occupazione delle fertili e produttive terre arabe, presto trasformate in immensi latifondi a favore delle poche centinaia di grandi famiglie aristocratiche o della piccola e media nobiltà degli hidalgos, rappresentò sul momento una nuova fonte di ricchezza. Sul piano dell’organizzazione civile e politica, nell’XI secolo fecero la loro comparsa i primi statuti municipali (fueros), che concedevano particolari autonomie alle città, specie a quelle di frontiera. Tra il XII e il XIII secolo si costituirono le prime Cortes (nel 1188 in Castiglia), ossia assemblee dei ceti sociali (nobiltà, clero, rappresentanti delle città), che fecero ben presto sentire il loro peso in materia di finanze e sulla politica dei sovrani.