L’espansione islamica dal VII al X secolo

islam Il califfato e le conquiste

Scomparso Maometto, si pose il problema della sua successione, non per quanto atteneva la funzione profetica, che con lui si era definitivamente conclusa, ma per quell’aspetto della sua autorità che riguardava la conduzione della vita pubblica. Nacque così la figura del califfo – che significa appunto “vicario” o “sostituto” – incaricato di mantenere unita la comunità e di far rispettare la legge divina contenuta nella rivelazione e negli insegnamenti del profeta. Dal 632 al 664 si succedettero i primi quattro califfi, che la tradizione islamica ricorda come i “ben guidati” e che vennero scelti sulla scorta delle usanze preislamiche: si trattò infatti di una carica elettiva che privilegiò esponenti di spicco dei maggiori raggruppamenti, imparentati col profeta. Il primo, Abu Bekr (632-34), dovette reprimere risolutamente la rivolta di quanti non intendevano più riconoscere il potere centrale dopo la morte di Maometto. Per essere domate, le forze effervescenti dei nomadi dovevano essere incanalate e rivolte verso un obiettivo esterno: fu così che sotto il secondo califfo, Omar (634-44), alle sporadiche incursioni e razzie del passato si sostituirono campagne organizzate e sistematiche contro i domini bizantini e persiani che confinavano con le regioni desertiche dell’Arabia. Col terzo califfo, Othman (644-56), le conquiste si estesero fin nell’interno dell’Iran e su tutto il Nord Africa. Potenziandosi e allargandosi l’impero arabo-islamico, la Mecca e Medina si andavano arricchendo, ma contemporaneamente crescevano anche problemi e tensioni interne. Proprio in seguito a conflitti d’interesse il terzo califfo fu assassinato e quando il suo successore, Alì – cugino e genero di Maometto – salì al potere, i parenti di Othman lo accusarono di essere implicato nell’omicidio del suo predecessore. Si posero così le basi per una drammatica spaccatura all’interno della compagine islamica e si costituì il raggruppamento degli “sciiti”: partigiani del quarto califfo nella lotta per la successione destinati a trasformarsi col tempo in una vera e propria setta religiosa (oggi presente soprattutto in Iran, Iraq, Yemen, India e Pakistan), distinta dalla maggioranza dei musulmani (90%) detti invece “sunniti”.