Il regno di Odoacre

Odoacre

(434 circa, † Ravenna 493). Re degli eruli dal 476 al 493. Sciro di origine, fu generale dell’esercito romano dal 472. Nel 476 guidò la ribellione delle truppe germaniche di stanza in Italia. Deposto l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo, si proclamò rex gentium (cioè sovrano degli eruli e delle altre genti germaniche presenti in Italia) e chiese all’imperatore d’Oriente Zenone il titolo di patrizio. Pur non ottenendo da Bisanzio alcun riconoscimento, dominò di fatto la penisola. Dopo aver imposto la cessione di un terzo delle terre ai suoi soldati e aver consolidato il controllo militare sull’Italia, estese il suo dominio anche alla Dalmazia e al Norico e, nel 486, sottrasse ai vandali il controllo della Sicilia. Di fronte al perdurante rifiuto di Bisanzio di riconoscere la sua autorità, cercò l’appoggio della chiesa di Roma, sostenendola nella controversia con il patriarca di Bisanzio, che cercava di realizzare un compromesso con i monofisiti. L’aggravarsi dei contrasti spinse l’imperatore Zenone a inviare contro Odoacre gli ostrogoti di Teodorico. Sconfitto sull’Isonzo e a Verona (489), Odoacre riuscì a riorganizzare le proprie forze e ad assediare gli ostrogoti a Pavia. Dopo che questi ricevettero rinforzi dai visigoti, fu però nuovamente sconfitto sull’Adda (490) e costretto a ritirarsi a Ravenna. Qui, dopo un lungo assedio, dovette negoziare la resa con Teodorico, che dapprima gli garantì la vita e la condivisione del potere e successivamente lo fece assassinare accusandolo di cospirazione.