L’Italia romana intorno al 290 a.C.

Italia L’Italia preromana e romana

Fu intorno alla fine dell’età del bronzo fra il XII e il X secolo a.C. che l’Italia raggiunse una sua propria fisionomia: da un lato elaborando tratti di cultura comune alle sue varie parti, dall’altro definendo strutture regionali destinate poi a consolidarsi. Nell’età del ferro, fra il IX e l’VIII secolo a.C., si produsse quell’evoluzione sociale che – avendo il proprio centro nella cultura villanoviana (sorta a opera degli etruschi nell’Italia centrale ed estesasi alla Campania e così detta da Villanova, dove nel 1853 venne scoperta un’importante necropoli) – doveva portare alla creazione di entità urbane distinte dalla campagna e a differenziazioni sociali segnate dal primato dell’élite dei guerrieri. Fra il VII e il VI secolo a.C. si ebbe la fioritura della civiltà degli etruschi. Fin dall’VIII secolo i greci stabilirono colonie in zone della Sicilia e del Sud, importandovi la loro grande civiltà; il che rappresentò un’evoluzione di enorme rilievo. Nel V e nel IV secolo a.C. tribù celtiche provenienti dalla Gallia si insediarono stabilmente nella pianura padana. In epoca preromana la geografia delle popolazioni italiche si configurava nel modo seguente: nell’Italia settentrionale erano stanziati i liguri, i veneti, i galli; nell’Italia centrale gli etruschi, i latini, i volsci, gli equi, gli umbri, i sabini, i marsi, i picenti; nell’Italia meridionale e nelle isole i sanniti, i campani, i lucani, i bruzi, gli iapigi, i greci, i siculi, i sicani, i sardi e i corsi. I secoli V e IV a.C. furono segnati da una serie di lotte fra le varie popolazioni, che si conclusero con l’emergere della potenza di Roma antica, la quale intorno alla metà del III secolo a.C. aveva ormai stabilito la propria egemonia sull’intera Italia peninsulare a sud della Gallia subalpina, mediante la soggezione diretta o l’associazione politica. Tra il 91 e l’89 la cittadinanza romana fu estesa a tutte le popolazioni italiche; il che favorì la penetrazione della cultura e dei costumi e l’egemonia politica di Roma. L’imperatore Augusto (27 a.C.-14 d.C.) divise la penisola in 11 regioni: Lazio e Campania, Apulia e Calabria, Lucania e Bruzio, Sannio, Piceno, Umbria, Etruria, Emilia, Liguria, Venezia e Istria, Gallia Transpadana. Nel quadro del declinante ruolo dell’Italia nell’ambito dell’impero, Diocleziano (284-305) divise l’Italia in due diocesi: l’“annonaria” a nord e la “suburbicaria” a sud. Nel 330 il trasferimento della capitale da Roma a Costantinopoli a opera di Costantino (306-337) sanzionò il declino dell’Italia e il prevalere, nell’ambito dell’impero, dell’Oriente sull’Occidente. Nel V secolo ebbero inizio le invasioni barbariche. Nel 410 i visigoti e nel 455 i vandali presero Roma.