La pianta di Alessandria

Alessandria

Città dell’Egitto. Fondata da Alessandro Magno nel 332 a.C. per avere uno sbocco nel Mediterraneo per i commerci con la Grecia, alla morte di Alessandro (323 a.C.) passò sotto la dinastia dei Lagidi, divenendo capitale dell’Egitto, fiorente centro commerciale e sede di importanti istituzioni culturali (Biblioteca di Alessandria, Museo di Alessandria). Con la definitiva conquista dei romani (30 a.C.) iniziò la sua decadenza, anche se rimase per secoli centro di studi filosofici e teologici (scuola neoplatonica, scuola di Alessandria). Fu distrutta da Diocleziano e divenne in seguito teatro di aspre lotte tra cristiani e pagani, fra le diverse sette cristiane nonché luogo delle prime predicazioni di Ario. Protagonista di un nuovo sviluppo commerciale nel VII secolo, dopo il dominio del re persiano Cosroe (619) e del generale bizantino Eraclio (629) venne conquistata dagli arabi nel 642. Perso il ruolo di capitale in favore di al-Fustat (la futura Il Cairo), con la scoperta dell’America visse un ulteriore periodo di declino, reso ancora più rapido dalla conquista dell’Egitto da parte dei turchi ottomani (1517) che la ridussero a un villaggio di pescatori. Occupata da Napoleone nel 1798, passò sotto il dominio del pascià d’Egitto Mehmet Alì nel 1805. Recuperata parte del suo ruolo commerciale con l’apertura del canale di Suez nel 1869, fu occupata dagli inglesi nel 1882 divenendo un’importante base militare per la flotta britannica durante la seconda guerra mondiale e oggetto di violenti attacchi delle truppe italo-tedesche.