I Sumeri

sumeri La fase protodinastica (3000-2350 a.C.)

In questi secoli i sumeri restarono sempre legati, sul piano politico, a una struttura particolaristica imperniata su città stato indipendenti. Le principali tra esse furono Uruk (la città più estesa e popolosa dell’intera Mesopotamia di allora, con circa 20.000 abitanti), Lagash, Eridu, Umma, Nippur, Ur, realtà locali spesso in conflitto per questioni di confine e, più tardi, per l’egemonia sulla Mesopotamia meridionale. Al loro interno il tempio e la classe sacerdotale conservavano le tradizionali funzioni religiose e anche economiche, ma la direzione politica era prerogativa del “palazzo”. A capo di ogni città sumerica vi era un sovrano, che veniva designato con titoli diversi – ensi, en, oppure lugal – a seconda che si volesse sottolineare, nei primi due casi, una certa sacralità che fu pur sempre connessa al re in quanto interlocutore della divinità, oppure la sua funzione prettamente politica. Pur non essendovi un’autorità superiore ai sovrani delle singole città, il re di Nippur godeva di particolare prestigio (in quanto Nippur era la città di Enlil, la principale divinità sumerica) e gli veniva riconosciuta una funzione mediatrice e pacificatrice nel regolare i rapporti fra le città stato. Nella concezione sumerica il sovrano si configurava come supremo amministratore della città per conto della divinità protettrice, senza alcuna pretesa di divinizzazione: suoi compiti erano promuovere lo sviluppo economico, difendere la città contro i nemici esterni, fungere da intermediario fra la città stessa e la divinità per garantire la sua protezione. Anche se col tempo i sovrani tesero a sottolineare la dignità della propria funzione e svilupparono un vero e proprio apparato celebrativo della regalità, ciò non comportò mai un processo di divinizzazione del monarca. In posizione subordinata al sovrano e al sommo sacerdote del tempio principale vi erano la classe sacerdotale e gli alti funzionari laici: questi formavano l’aristocrazia, una classe detentrice di terre ricevute in cambio dei servizi prestati, che divennero poi di fatto trasmissibili ereditariamente. La classe intermedia era costituita da artigiani e commercianti, dipendenti dal tempio o dal palazzo, e da piccoli proprietari terrieri indipendenti. La maggioranza della popolazione era formata da contadini nullatenenti, che lavoravano ed erano legati alle terre del palazzo, del tempio o dei nobili. Infine vi erano gli schiavi, prigionieri di guerra o contadini ridotti in schiavitù per debiti.