Luoghi d’invenzione dei primi sistemi di scrittura

scrittura

La scrittura, trasposizione in segni grafici di espressioni linguistiche, fu una delle massime conquiste del genere umano, spartiacque tra la preistoria e la storia, tra la barbarie e la civiltà. La scrittura consentì all’umanità di conservare e accumulare in modo stabile e sicuro le proprie esperienze, facendo del patrimonio delle generazioni passate la base per i futuri progressi. Rese possibile un’intensificazione delle comunicazioni sia nello spazio sia nel tempo, permettendo la formazione di organizzazioni sociali sempre più complesse. Fu anche veicolo espressivo di primaria importanza, che consente agli storici di ricostruire la mentalità e la cultura delle civiltà scomparse. L’evoluzione dalla non scrittura alla scrittura fu lunga e complessa. La prima traduzione grafica del linguaggio fu la pittografia, sorta di protoscrittura consistente nella raffigurazione di cose. Ne sono esempi le primitive pitture rupestri e murali, che testimoniano la sua presenza già circa 50.000 anni fa. La prima vera forma di scrittura fu l’ideografica, risalente al III millennio a.C. e che si trova in civiltà diverse e tra loro lontane come l’egizia, la maya, la sumera, la cinese. Gli ideogrammi, di cui sono un celebre esempio i geroglifici egizi, raffigurarono non più cose, come la pittografia, ma parole. Ulteriore evoluzione della scrittura fu la fonografia, che rappresentò graficamente le consonanti e la cui espressione più rilevante fu la scrittura fenicia (1500 a.C.). Anche le grafie ebraica e araba furono consonantiche. La civiltà micenea cretese introdusse la scrittura sillabica (1400 a.C.), ma solo con i greci si ebbe la rivoluzione alfabetica (IX secolo a.C.), cioè la trascrizione di ogni lettera in un segno. Essa consentì di riprodurre ogni parola ed espressione linguistica con la combinazione di un numero ridotto di caratteri. L’alfabeto, per la sua comodità e funzionalità, si affermò e si diffuse rapidamente, anche se alcune lingue conservarono strutture grafiche diverse, come il giapponese, ancor oggi un misto di fonogrammi e ideogrammi. Il latino si dotò dei caratteri alfabetici oggi più utilizzati nel mondo, seguiti da quelli cirillici, introdotti da San Cirillo (IX secolo d.C.) come trasformazione dell’alfabeto greco per adattarlo alle lingue slave, tra cui il russo. La decifrazione della scrittura delle civiltà del passato e lo studio dell’evoluzione storica della scrittura sono gli oggetti d’indagine della paleografia. La scrittura fu per millenni privilegio di pochi, appartenenti o legati alle classi dominanti, dagli scribi egizi al clero medievale (di eccezionale importanza storica fu l’opera degli amanuensi benedettini); la stampa e la rivoluzione culturale indotta dalla Riforma protestante avviarono la diffusione dell’accesso ai testi scritti, ma soltanto l’Illuminismo e la rivoluzione industriale posero le premesse culturali e materiali per l’alfabetizzazione di massa.