La Mesopotamia e le sue principali città

Babilonia Periodo antico-babilonese: la prima dinastia (1894-1595 a.C.)

Fondata in periodo sumerico, fino all’inizio del II millennio a.C. Babilonia ebbe un ruolo secondario sullo scenario mesopotamico. Emerse per la prima volta dopo la morte del re assiro Shamshi-Adad, quando la I dinastia babilonese riuscì a imporsi a livello regionale. La I dinastia, di origine amorrea, era stata fondata all’inizio del XIX secolo a.C. da Sumu-abum (1894-81 a.C.), si era poi progressivamente affermata a scapito delle dinastie delle città di Isin e di Larsa e aveva avuto un’evoluzione per certi versi parallela a quella del contemporaneo regno assiro, situato più a settentrione. Dopo la morte di Shamshi-Adad, Babilonia seppe approfittare, grazie alle doti politico-militari del re Hammurabi (1792-50 a.C.), del ripiegamento assiro per divenire la potenza egemone della Mesopotamia. Dal 1785 a.C. Hammurabi entrò infatti in aperto contrasto con le altre entità politiche mesopotamiche, determinandone il drastico ridimensionamento: all’invasione della Mesopotamia meridionale nel 1785 a.C. seguì, nel 1764 e nel 1762 a.C., la sconfitta di una coalizione formata dall’Elam, dall’Assiria, dai gutei e dalla città di Eshnunna; nel 1763 e nel 1759 a.C. fu la volta dell’annessione delle città di Larsa e di Mari, mentre fra il 1757 e il 1755 a.C. venne conquistata in parte la stessa Assiria. Sovrano di un territorio che ricalcava i confini dell’impero neo-sumerico della terza dinastia di Ur, il re babilonese si considerò l’erede del patrimonio politico e culturale del paese di Sumer e di Akkad (le due unità etnico-politiche che avevano egemonizzato la Mesopotamia) e riprese il titolo accadico di “re delle quattro regioni”. A differenza dei monarchi della terza dinastia di Ur, non volle la divinizzazione della propria persona. In campo economico rafforzò la posizione del sovrano (a scapito della proprietà familiare e religiosa) e si avvalse largamente del sistema di assegnazione delle terre di nuova conquista a veterani e funzionari. Al tempo stesso Hammurabi volle essere il supremo garante della giustizia, ponendosi quindi come punto di riferimento per tutti i sudditi, a qualsiasi classe sociale appartenessero. In questa prospettiva deve essere letto il famoso “codice” che porta il suo nome, che non ebbe valore normativo in senso moderno (non imponeva nuove leggi), ma fu piuttosto un’esaltazione della società babilonese del tempo e soprattutto della saggia opera moderatrice svolta al suo interno dal sovrano. Con i successori di Hammurabi ebbe presto inizio il declino del regno da lui creato, sia per le minacce esterne rappresentate dai cassiti a est, dagli hurriti a nord e da una nuova entità politica, il “Paese del Mare”, nell’estremo sud; sia per la sollevazione di alcuni centri importanti (da Larsa a Ur, da Isin a Uruk, a Eshnunna); sia per la crisi economica (soprattutto agricola) che investì la bassa Mesopotamia. Molti territori andarono progressivamente perduti finché, nel 1595 a.C., il re hittita Murshili I arrivò a saccheggiare la stessa Babilonia senza incontrare resistenze. Il sovrano hittita si ritirò subito dopo (non potendo controllare territori così lontani), ma del vuoto di potere che si era creato approfittarono i cassiti, che si sostituirono alla prima dinastia sul trono della città.