Carta della diffusione dei metalli

preistoria Industrie

Un primo campo di indagine riguarda le industrie. Gran parte degli strumenti di uso comune e delle armi delle società preistoriche era fabbricata con materiali facilmente deperibili, come legno, fibre vegetali, mastice: questi materiali si sono conservati soltanto in condizioni eccezionalmente favorevoli quali depositi torbosi o desertici. Le età più antiche (paleolitico inferiore, paleolitico medio) sono documentate quasi esclusivamente da industrie litiche; il paleolitico superiore e il mesolitico da industrie litiche e su materie dure animali (osso, corno, avorio); il neolitico da queste e dalla ceramica. Nell’età del rame, nell’età del bronzo e nell’età del ferro alle industrie litiche, su materie dure animali e ceramiche, si aggiungono i manufatti metallici. Nel corso dei tempi preistorici le industrie si sono modificate, con ritmo progressivamente più accelerato, e perciò sono state considerate come i migliori indicatori cronologici e culturali. Sono stati riconosciuti e ricreati sperimentalmente i processi di fabbricazione dei manufatti (scheggiatura della selce, elaborazione delle materie dure animali, produzione della ceramica, lavorazione dei metalli secondo varie tecniche); sono state definite le forme caratteristiche delle età e delle culture, e si è anche cercato di individuare, all’interno di insiemi omogenei, le strutture determinate dai rapporti intercorrenti tra le varie forme, espressi da indici di frequenza. In questo modo sono stati definiti i grandi complessi culturali della preistoria e sono state riconosciute le entità regionali nelle quali i complessi si articolano. Accanto a questo approccio culturale si è affermato anche un approccio funzionale, basato sull’esame microscopico delle tracce lasciate dalla loro utilizzazione sui manufatti (soprattutto litici e di materie dure animali) e sulla riproduzione sperimentale delle stesse tracce: i manufatti così analizzati suggeriscono le attività nelle quali furono impiegati.