L’Africa orientale e i primi ominidi.

preistoria Sedi

Un secondo campo di ricerca riguarda le sedi. L’organizzazione dello spazio abitato è caratteristica del comportamento umano fin dalle origini; tale organizzazione è messa in evidenza dalle strutture, definite da A. Leroi-Gourhan (1976) come “insiemi di testimonianze collegate tra loro in modo significativo”. Si tratta di strutture evidenti (focolai, pavimentazioni, fosse, buche di palo, elementi di costruzioni, resti di pareti, ammassi di rifiuti, aree destinate ad attività particolari come officine litiche o forni per la cottura di oggetti di terracotta, sepolture, ecc.) o latenti, messe in luce cioè dal riconoscimento del rapporto intercorrente tra due o più reperti (ad esempio tra un nucleo di selce e i prodotti della scheggiatura ottenuti col suo sfruttamento, o tra un bulino e la lamella derivante dalla sua fabbricazione). L’esame delle strutture può suggerire l’effettiva contemporaneità tra le differenti aree di un sito e consentire quindi una ricostruzione dell’abitato. Più difficile invece l’individuazione dei sistemi formati dai siti occupati ciclicamente dai gruppi di cacciatori-raccoglitori della preistoria: tali sistemi possono essere suggeriti dall’identità dei materiali impiegati, da marcate affinità tipologiche, dall’accertamento della stagionalità dei siti, ecc. Altre informazioni sul modo di vita e sull’economia dei siti sono offerte dallo studio dei resti dei cibi vegetali e animali. Le tracce di cibi vegetali sono molto rare nelle età più antiche, e diventano relativamente più frequenti quando si sviluppano le attività agricole, dal neolitico in poi. Il loro studio, associato alle analisi dei pollini e degli altri resti vegetali, è indispensabile per studiare il passaggio dall’economia di raccolta all’economia di produzione. I resti degli animali consumati sono di solito frequenti; il loro studio comporta la determinazione delle specie, l’identificazione delle parti degli animali presenti nel sito, l’esame microscopico delle superfici ossee, per riconoscere le tracce lasciate dall’intervento dell’uomo (o di animali, come carnivori e roditori) e consente di riconoscere le strategie adottate dall’uomo per procurarsi il cibo (comportamenti opportunisti come lo sciacallaggio, caccia indifferenziata, caccia specializzata, controllo dei branchi di mammiferi di caccia, allevamento). Nelle società sorrette da un’economia di caccia, l’archeozoologia tende anche a stabilire la stagionalità della caccia (e conseguentemente dell’occupazione di un sito), a riconoscere le tecniche adottate per catturare o abbattere le prede (impiego di trappole o di armi, caccia individuale o di gruppo, ecc.) e le modalità di sfruttamento degli animali abbattuti (squartamento delle prede sul posto dell’abbattimento, trasporto delle parti più pregiate nell’accampamento, ecc.). Per quanto riguarda le economie miste, l’archeozoologia informa sul ruolo della caccia e dell’allevamento e sulle tecniche adottate per allevare gli animali.