Le nazionalità nell’Impero austro-ungarico

asburgico, impero

Formazione statale governata dalla dinastia degli Asburgo. La sua storia coincise per secoli con quella del Sacro Romano Impero germanico, guidato ininterrottamente da imperatori Asburgo dal 1452 (Federico III) al 1740 (Carlo VI), e Asburgo-Lorena dal 1745 (Francesco I) al 1918 (Carlo I). La linea austriaca della dinastia e del titolo imperiale fu fondata nel 1521-22, quando l’imperatore Carlo V attribuì i possedimenti ereditari degli Asburgo al fratello Ferdinando, che alla sua abdicazione (1556) divenne imperatore come Ferdinando I. Dopo la pace di Vestfalia del 1648, che pose fine alla guerra dei Trent’anni, l’impero iniziò ad acquisire una più chiara connotazione danubiana e balcanica. Nel 1804, in risposta alla proclamazione di Napoleone a imperatore e per garantire la continuità della corona, l’imperatore Francesco II iniziò a definirsi imperatore ereditario d’Austria (come Francesco I), anticipando la dissoluzione formale del Sacro Romano Impero (1806) in seguito alle guerre napoleoniche. Con il congresso di Vienna (1814-15) l’impero fu inserito nella Confederazione germanica e accentuò il suo carattere multinazionale. Benché temporaneamente rafforzato, nel corso dell’Ottocento fu gradualmente eroso dal nazionalismo montante e dovette confrontarsi con la Prussia degli Hohenzollern per l’egemonia nel mondo tedesco. La fallita rivoluzione del 1848 provocò una riorganizzazione istituzionale di vasta portata. Nel marzo 1849 il primo ministro Schwarzenberg ritirò la costituzione federale fondata sulla decentralizzazione e sul rispetto delle nazionalità, appena approvata dal parlamento, e la sostituì con una nuova carta più conservatrice e centralistica. Nel 1860 furono ripristinate le diete delle varie nazionalità, e fu istituito il Consiglio imperiale (Reichsrat), composto dai membri delle diete, un organo federale con funzioni consultive controllato dalla nobiltà. Ma di fronte all’opposizione di varie forze, nel 1861 i poteri delle diete furono ridotti e fu istituito un parlamento che non teneva conto dei particolarismi; nel 1865 la costituzione fu sospesa per l’opposizione dei vari gruppi nazionali. Nel 1867, dopo la sconfitta nella guerra con la Prussia, fu attuato il compromesso austroungarico, che ristabilì i pieni diritti e l’indipendenza dello stato ungherese nell’ambito di una duplice monarchia unita nella persona dell’imperatore. L’accordo stabilì l’autonomia costituzionale delle due parti dell’impero, ognuna con un proprio governo e un parlamento bicamerale; le istituzioni comuni restavano l’imperatore e la corte, i ministeri degli Esteri e della Guerra; e un’unione doganale. La forma costituzionale prevedeva da un lato il regno di Ungheria, dall’altro un insieme di paesi il cui sovrano era l’imperatore d’Austria. La mancata soluzione del problema delle altre nazionalità costituì la principale causa della disgregazione dell’impero, che fu accelerata e portata a termine dalla prima guerra mondiale.