L’Impero sotto Ottaviano Augusto

Roma antica Ottaviano e Antonio

L’assassinio di Cesare segnò in modo drammatico la conclusione della plurisecolare esperienza di Roma repubblicana. La sua morte provocò immediatamente gravi scontri fra opposte fazioni a Roma e in Italia. Le classi popolari e i veterani si sollevarono contro i congiurati rappresentanti della nobiltà più conservatrice: fu portato insomma alle estreme conseguenze quel conflitto di interessi e di potere che ormai da decenni contrapponeva da un lato l’aristocrazia tradizionalista e dall’altro i ceti emergenti, la nuova aristocrazia dell’espansione e del commercio, le classi medie in rapida mobilità, la complessa e articolata fascia dei ceti inferiori e gli elementi politicamente più intelligenti della stessa nobiltà senatoria. Le idi di marzo sgombrarono inoltre ogni illusione circa la possibilità di risolvere la crisi senza trovare preventivamente uno sbocco stabile al conflitto sociale e istituzionale. Ben presto i cesaricidi e i loro seguaci constatarono di non essere in grado di aggregare ampi consensi. Molti senatori preferirono prudentemente fuggire da Roma. La reazione dei veterani e della piazza romana stroncò ogni loro velleità. La rabbia popolare aumentò anzi ulteriormente quando venne letto pubblicamente da Marco Antonio, amico di Cesare, il testamento di questi, che lasciava a ogni plebeo di Roma una somma considerevole di denaro. I congiurati abbandonarono Roma e la lotta contro di loro fu condotta, oltre che da Marco Antonio, dal diciottenne Ottaviano (il futuro Augusto), pronipote e figlio adottivo dello stesso Cesare. Prima di risolvere il conflitto però, Marco Antonio e Ottaviano, insieme a Lepido, provvidero a stringere un accordo ufficiale che istituiva un triumvirato con il compito di guidare la città, di sconfiggere gli assassini di Cesare e di rimettere ordine nelle istituzioni di Roma. Ottaviano e Antonio si trasferirono oltre Adriatico, dove nel 42 a.C., in Macedonia, sconfissero i capi della congiura anticesariana Bruto e Cassio nella battaglia di Filippi. Seguì un periodo oscuro di vendette e assassini politici, mentre i vincitori si spartivano lo stato: Marco Antonio si assicurò il controllo di tutta la parte orientale dello stato romano; a Ottaviano venne assegnata la Spagna e l’Italia, mentre Lepido ebbe il governo dell’Africa. Marco Antonio, alleatosi con la regina d’Egitto, Cleopatra, dominò l’Oriente con atteggiamenti da re assoluto, assai sgraditi al senato romano. La propaganda di Ottaviano accreditò anzi l’immagine di un Antonio intenzionato a stabilirsi definitivamente in Oriente e a regnare da lì sull’intero stato romano. Venne allora organizzata una spedizione contro di lui e Cleopatra: nel 31 a.C. ad Azio, nel mar Ionio, si combatté una grande battaglia navale fra le due forze in campo. Ottaviano ottenne una vittoria schiacciante, mentre Antonio e la regina fuggirono in Egitto dove si diedero poi la morte. Ottaviano restò così l’unico padrone di Roma.