L’espansione ottomana dal 1307 al 1566

ottomano, impero Dalle origini alla grande espansione

Le origini dell’impero vanno ricondotte al ruolo di avanguardia militare assegnata dai sovrani selgiuchidi ai confini con l’impero bizantino alla tribù degli osmanli o ottomani (turchi). Il fondatore della dinastia ottomana fu l’emiro Osman I (1299-1326). Il consolidamento e la prima fase espansiva del dominio ottomano ebbe luogo a opera dello stesso Osman e dei suoi successori Orkhan (1326-59), Murad I (1359-89), che stabilì la capitale ad Adrianopoli (Edirne) nel 1365, e Bayazid I (1396-1402). Decisive furono le vittorie di Kosovo Polje sui serbi nel 1389 e di Nicopoli su un esercito di crociati cristiani nel 1396. Dopo aver dilatato i loro domini nell’impero bizantino, in Bulgaria, in Serbia, gli ottomani puntarono alla conquista di Bisanzio; ma nel 1402 l’irruzione di Tamerlano determinò la sconfitta di Bayazid ad Ankara e il crollo del potere ottomano in Anatolia. Fu dai Balcani che gli ottomani rilanciarono la loro opera di conquista. Maometto I (1413-21), Murad II (1421-51) e Maometto II (1451-81) intrapresero una grande opera di conquista, che fece di quello ottomano uno dei grandi imperi della storia. Le tappe principali furono la vittoria di Varna del 1444 su una coalizione di forze cristiane, la seconda battaglia di Kosovo Polje nel 1448, che aprì la dominazione sui Balcani, e la presa a opera di Maometto II nel 1453 di Costantinopoli, che divenne capitale col nome di Istanbul. Seguirono la penetrazione in Grecia, la conquista di Trebisonda, la sottomissione della Moldavia, della Valacchia, di gran parte della Serbia, della Bosnia-Erzegovina, della Crimea, l’attacco sistematico alle posizioni di Genova e soprattutto di Venezia, la cui influenza sulla Grecia e sull’Egeo venne spazzata via, lo sbarco sulle coste pugliesi a Otranto. Con Bayazid II (1481-1512) si ebbe la perdita definitiva della Morea da parte di Venezia. Il figlio Selim I (1512-20) allargò l’opera di conquista in Asia a danno dei persiani e degli arabi. Tra il 1513 e il 1518 si impadronì in successione dell’Armenia, della Siria, dell’Egitto in cui sconfisse i mamelucchi, della costa del Maghreb, dove il potere venne delegato all’ammiraglio Khayr al-Din detto Barbarossa, che con le sue flotte corsare inflisse colpi micidiali ai commerci dell’Europa cristiana compiendo incursioni sulle coste spagnole e italiane. L’apogeo dell’impero venne raggiunto sotto il lungo regno di Solimano I il Magnifico (1520-66). Nel 1521 venne conquistata Belgrado; nel 1522 Rodi fu sottratta ai veneziani; nel 1526, dopo la grande vittoria di Mohacs, fu annessa l’Ungheria, con una puntata alle porte di Vienna nel 1529; nel 1529 l’Algeria divenne una provincia turca; nel 1534, dopo una guerra con i persiani, furono inglobati l’Azerbaigian e l’Iraq, mentre continuava, in alleanza con la Francia, uno stato endemico di guerra con la Spagna e Venezia nel Mediterraneo e con l’Austria nel settore danubiano. Un tentativo dell’imperatore Carlo V di prendere Algeri fallì clamorosamente. Nel 1564-65 Solimano pose l’assedio a Malta, di enorme importanza strategica, che fu salvata dagli spagnoli. Alla sua morte nel 1566, Solimano lasciava l’impero in una posizione di potenza straordinaria, in un contesto in cui gli ottomani minacciavano di diventare i padroni del Mediterraneo. La caduta di Cipro, sottratta nel 1570 ai veneziani, indusse l’Europa cristiana a un confronto risolutivo con gli ottomani. Il papa Pio V chiamò le forze a raccolta; fu costituita una Lega santa; e il 7 ottobre 1571 una grande flotta ispano-veneto-pontificia sconfisse la pur più numerosa flotta di Selim II (1566-74) nella battaglia di Lepanto, che segnò una svolta nella storia d’Europa. La forza espansiva dell’impero ottomano venne così, se non contenuta, bloccata in un momento cruciale. Sanzionata nel 1573 alla pace di Parigi la conquista di Cipro, conquistato nel 1577 lo Yemen, l’impero si trovò coinvolto, a cavallo tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, in guerre con l’Austria e la Persia. La guerra con Venezia del 1645-69 si chiuse con la presa di Candia. L’ultima grande puntata offensiva verso l’Europa fu rappresentata dal conflitto con l’impero asburgico tra il 1682 e il 1686, che vide l’assedio della stessa Vienna nel 1683, liberata dal re polacco Giovanni Sobieski III. Le forze congiunte austriache, polacche e veneziane inflissero ai turchi a Zenta nel 1697 una sconfitta definitiva, sanzionata dalla pace di Carlowitz nel 1699, con cui questi persero l’Ungheria, la Transilvania e la Croazia.